di S.C.
Nel 2013 Sergio Canavero direttore del Gruppo
Avanzato di Neuromodulazione di Torino lanciò una sfida all’establishment
scientifico mondiale: trapiantare la testa su nuovi corpi per poter così
salvare le vite affette da paralisi a causa della degenerazione muscolare e
nervosa o i cui organi risultano compromessi dal cancro. Più che una sfida
sembrò una provocazione ma Canavero era convinto di riuscirci in due anni.
I due anni sono passati ed oggi il dottore rilancia affermando che gli unici ostacoli al primo trapianto ormai sono solamente quelli di carattere etico e che ci vorranno ancora un altro paio d’anni per superarli d’altronde afferma il chirurgo che “gli aspetti tecnici sono ormai tutti realizzabili” ma se per motivi etici e filosofici “la società non vuole che questo avvenga” egli non lo farà “ma se la gente non lo vuole in Europa o negli U.S.A. non vuol dire che possa venir fatto altrove”.
Effettivamente la tecnica di cui parla è secondo molti scienziati “fattibile” e come illustrato sulle pagine della rivista New Scientist “basterebbe” che nel collegare i due terminali della spina dorsale, quello della testa con quello del nuovo corpo,dopo averli portati in uno stato ipotermico si spruzzasse una certa quantità di glicole propilenico per poi continuare con ingenti iniezioni della stessa sostanza che permetterebbe al grasso dei due diversi sistemi nervosi di fondersi assieme. Dopo aver suturato i muscoli ed i tessuti si indurrà un coma farmacologico per un mese mentre elettrodi produrrebbero una continua stimolazione elettrica, nuove ricerche infatti sostengono che tale stimolazione possa rafforzare nuove connessioni nervose.
Secondo il novello dottor Frankenstein il sistema per bypassare il rischio di reazione immunitaria c’è ed è ben testato, infatti con l’uso di medicinali si riesce ormai ad evitare praticamente qualsiasi tipo di rigetto.
Al (probabile)risveglio ci vorrà un anno di fisioterapia affinché la testa sia in grado di controllare a dovere il corpo.
A quanto apre resta da chiarire solo un punto: dove e come reperire cadaveri freschi.
I due anni sono passati ed oggi il dottore rilancia affermando che gli unici ostacoli al primo trapianto ormai sono solamente quelli di carattere etico e che ci vorranno ancora un altro paio d’anni per superarli d’altronde afferma il chirurgo che “gli aspetti tecnici sono ormai tutti realizzabili” ma se per motivi etici e filosofici “la società non vuole che questo avvenga” egli non lo farà “ma se la gente non lo vuole in Europa o negli U.S.A. non vuol dire che possa venir fatto altrove”.
Effettivamente la tecnica di cui parla è secondo molti scienziati “fattibile” e come illustrato sulle pagine della rivista New Scientist “basterebbe” che nel collegare i due terminali della spina dorsale, quello della testa con quello del nuovo corpo,dopo averli portati in uno stato ipotermico si spruzzasse una certa quantità di glicole propilenico per poi continuare con ingenti iniezioni della stessa sostanza che permetterebbe al grasso dei due diversi sistemi nervosi di fondersi assieme. Dopo aver suturato i muscoli ed i tessuti si indurrà un coma farmacologico per un mese mentre elettrodi produrrebbero una continua stimolazione elettrica, nuove ricerche infatti sostengono che tale stimolazione possa rafforzare nuove connessioni nervose.
Secondo il novello dottor Frankenstein il sistema per bypassare il rischio di reazione immunitaria c’è ed è ben testato, infatti con l’uso di medicinali si riesce ormai ad evitare praticamente qualsiasi tipo di rigetto.
Al (probabile)risveglio ci vorrà un anno di fisioterapia affinché la testa sia in grado di controllare a dovere il corpo.
A quanto apre resta da chiarire solo un punto: dove e come reperire cadaveri freschi.
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