IL LEONE ROSSO. Il senso della vita in un romanzo straordinario.

di S.C.


Il Leone Rosso di Maria Szepes è uno di quei romanzi la cui magia si percepisce solo tenendolo in mano e gli eventi che lo hanno fatto giungere fino a noi lo rendono ancora più magico.
Maria Szepes, artista figlia d’artisti, lo scrisse in un rifugio di guerra durante l’ultimo conflitto mondiale e fu pubblicato nel 1946 in Ungheria diventando immediatamente un grande successo, forse troppo visto chi il regime comunista di Rakosi lo mise al bando ordinando la distruzione.
Fortunatamente il bibliotecario
Béla Hamvas, altro personaggio circondato da un alone di magia, ne salvò quattro copie ed in barba ai divieti ottusi insieme a qualche volenteroso continuò a stamparlo e a distribuirlo “underground” fino a che 40 anni più tardi arrivò sempre in maniera misteriosa e magica sulla scrivania di un editore in Germania il quale lo stampò senza esitazioni facendolo diventare un libro di culto in tutto il mondo.
E’ la storia raccontata in maniera erudita ed empatica di Hans Brueger mugnaio del ‘700 che vuole a tutti i costi prolungare la sua vita per viverla più a pieno nella sua mondanità e morbosità e l’occasione migliore gli capita diventando famulus dell’alchimista Anselmus Rochard dal quale, considerati i continui rifiuti di condividerlo, ottiene l’elixir della vita eterna ma solo sottraendoglielo dopo averlo ucciso. La storia non è solo quella dell’Hans Brueger mortale ma è quella del suo spirito che reincarnandosi in varie vite successive le vive sempre più coscientemente, sempre consapevole che sono le vite precedenti a dettare il tempo alla vita attuale domata da un ineffabile karma.
Profondo e mistico è l’insegnamento che si riceve nel leggere le pagine di tante vita che si accavallano, si appaiano e si allontanano senza mai perdere di vista l’obiettivo finale: l’oro alchemico. Vana ed inutile è la ricerca di quell’oro materiale fatta da alcune reincarnazioni di Hans, illusori e passeggeri i bisogni della materia, eterni e sublimi sono le necessità e le prerogative dello Spirito simboleggiate dalla pietra filosofale, l’oro degli alchimisti.
Un Vita che prende senso solo quando essa abbandona la via caduca dei sensi e resiste ai richiami minacciosi di forze oscure nascoste nel mondo astrale.
La conoscenza dell’autrice del mondo esoterico è indubbia, essa ci racconta in modo efficace antichi rituali iniziatici, dimenticati nei secoli ma secondo la Szepes ancora presenti fra noi ed anzi ancora determinanti nel bene o nel male nello sviluppo delle umane vicende: ed ecco apparire a fianco delle varie incarnazioni di Hans Brueger personaggi come Rodolofo II, Cristina di Svezia, Paracelso, il conte di Saint-Germain, Cagliostro, Maria Antonietta, i RosaCroce tutti che facendo parte di uno stesso piano evolutivo lo modificano relazionandosi con i potenti di tutte le epoche, numerose sono le testimonianze di re e regine che accoglievano a corte maghi e magisti più o meno ciarlatani affinché li direzionassero nella selva oscura quotidiana.
463 pagine che scorrono via veloci, misteriose che forse raccontando le vite che partono da un mugnaio del XVI secolo vogliono dare un senso alla nostra vita. Alle nostre tante vite.
IL LEONE ROSSO
Di Maria Szepes
Edizione TRE EDITORI

Pagg. 463 € 19,80

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