di S.C.
C’è chi ha
pensato fosse solo una moda passeggera, una cosa non per gli italiani così volubili
e sensibili al vento che cambia.
Invece il
numero di chi a scelto la via vegetariana è in continuo e stabile aumento, una
scelta non solo per quanto riguarda le abitudini alimentari ma per uno stile di
vita tout-court.
A dircelo è l’Eurispes
nel Rapporto Italia 2014 che ci offre una fotografia statistica sul Belpaese su
cui riflettere.
Il rapporto ci
dice che il 6,5% della popolazione è vegetariana, non mangia
carne quindi ma pesce, uova e latticini si, lo 0,6% risulta
poi essere vegano (ovvero rifiuta in toto l’assunzione di derivati animali ) per un totale del 7,1%, più
di 4 milioni di abitanti, una rilevante “fetta” di Italia che nel mondo è
guardata come la patria del buon gusto, almeno per quanto riguarda i costumi
alimentari…
“Nella precedente rilevazione (nel 2013
n.d.a) i vegetariani si fermavano al
4,9%, per una quota complessiva che, con l’1,1% dei vegani, si attestava al 6%”
L’istantanea
scattata dall’istituto presieduto da Gian Maria Fara, ci permette anche
di capire le motivazioni di questa scelta che nella vita quotidiana è piena di
ostacoli e pregiudizi.
Il 31% fra
vegetariani e vegani ha scelto di esserlo per motivi etici e di rispetto nei
confronti degli animali. Come biasimarli d’altronde? Ormai le pagine delle
testate italiane ed internazionali sono piene di reportage di abusi perpetrati sugli animali ed i filmati fatti da
infiltrati ci mostrano crudeltà degne dei film di Dario Argento (peraltro anch’esso
vegetariano) basta visitare il sito della PETA (www.peta.org), un
organizzazione no-profit con quasi un milione di iscritti a sostegno dei
diritti animali, per capire la portata di tali violenze.
C’è poi un 24%
che è diventato “veg” per motivi salutisti e d’altronde dopo la mucca pazza, le
mozzarelle blu e le uova agli antibiotici perché non farlo? Veronesi, altro
illustre vegetariano, sono anni che attraverso la sua fondazione (www.fondazioneveronesi.it)
si batte per far recepire il messaggio che i collegamenti fra consumo di carne
rossa e l’insorgenza di tumori che la medicina fa, sono più che semplici
coincidenze.
La tutela dell’ambiente
motiva poi un 9% che accusa l’industria alimentare di inquinare e
depauperare l’ecosistema. Effettivamente
la FAO in un report del 2013 afferma che l’industria della carne è una delle più grandi
minacce per l’ambiente, occupando con un corposo 14,5% la percentuale di emissioni di gas serra riconducibili ad azioni messe in campo dall’uomo ed in
un altro studio del 2007 sempre la Fao ci dice che il notevole incremento del
consumo di carne e di altri cibi di origine animale ha causato naturalmente un
aumento del numero di animali allevati e secondo le statistiche in tutto il
mondo ogni anno vengono uccisi, per fini alimentari, circa 56 miliardi di
animali, esclusi pesci e altri animali marini. Questa crescita esplosiva
della popolazione animale domestica degli ultimi decenni si è rivelata
incompatibile con i ritmi naturali terrestri e ha inciso attraverso diversi
modi sull'equilibrio della Terra(deforestazione, riduzione delle risorse
idriche ecc.)
L’Eurispes riscontra
poi una serie di variazioni sul tema: l’81,6% degli italiani si professa contro
la vivisezione e l’85,5% contro la produzione e l’uso di pellicce ed “infine, la maggioranza degli italiani (51,9%, contro il 43,9% dei contrari) si dice favorevole ad una recente proposta
di legge che intende equiparare gli equidi (cavalli, asini, ecc.) agli animali
da affezione e impedirne la macellazione”.
Insomma come a
dire: a gli italiani levategli tutto, la pensione, il lavoro, il reddito ma non
toccategli Fido!
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