Passa ai contenuti principali

VELENI QUOTIDIANI

Facciamo di tutto per limitare gli effetti nocivi dello stress della vita di tutti i giorni: passiamo ore sul tapis-rulant, idromassaggi, maschere anti-rughe, bevande contro i radicali liberi, diete su diete (ogni giorno se ne inventano una nuova più efficace dell’altra) e chi più ne ha ne metta. Si fa tutto ciò per rilassarsi, sentirsi meglio, più felici nel tentativo di allungare appunto la vita stessa.
Il fatto è che oggigiorno ciò che ci può accorciare la vita non è la routine quotidiana ma sono i piccolo gesti  necessari ad un normale procedere delle nostre giornate, lavarsi, vestirsi, mangiare.
Ricercatori di tutto il mondo stanno sempre più spesso avvertendoci che la consapevolezza  delle nostre azioni è necessaria, indispensabile se vogliamo evitare malattie e declini fisici più veloci del previsto.
Analizziamo cosa gli studi ci dicono sul nostro solito tran tran.
Ci si sveglia e con buoni propositi ed ottimismo, chi più chi meno,  ci laviamo per affrontare al meglio la giornata: doccia, shampoo, creme. È stato recentemente pubblicato un articolo sulla rivista scientifica EMBO che correla l’uso di prodotti cosmetici alla crescente infertilità maschile. Infatti lo studio rivela che un terzo dei prodotti  chimici “non tossici” contenuti  in prodotti come shampoo, creme solari, dentifrici, saponi ha effetti negativi sulla normale attività dello sperma, provocando alterazioni ormonali.
Queste sostanze in fatti possono agire come anti-androgeni o imitare gli ormoni femminili, gli estrogeni, agendo sulle proteine note come CatSper che controllano la motilità degli spermatozoi. Prese singolarmente queste sostanze non sono tossiche ma quando si mischiano tra loro, come succede in gran parte dei prodotti di bellezza, diventano dei veri e propri cocktail chimici. Questi effetti sono stati notati anche in prodotti cosmetici infantili che altererebbero il corretto sviluppo del sistema endocrinologico influendo, si teorizza, anche sul corretto sviluppo della vita sessuale o addirittura avendo effetti cancerogeni, si pensi che la Johnson&johnson è stata costretta a togliere dal famosissimo baby shampoo le molecole di formaldeide e di diossina 1,4, potenzialmente dannosissime, nascondendo il tutto dietro due parole stampate sulle confezioni : “nuova formula!”. Non vi è una sicura correlazione sul fatto che questi prodotti siano cancerogeni ma sicuramente le onnipotenti case farmaceutiche dovrebbe spiegare perché ci sono molecole cancerogene all’interno dei loro prodotti.
“Sorridete e la vita vi sorriderà!” ci viene detto da sempre e lavarsi i denti dovrebbe aiutarci a mantenere denti sani , teoricamente . Bene, in pratica i ricercatori consigliano di utilizzare poco, pochissimo dentifricio perché vi sono studi che analizzando  gli effetti del fluoruro di sodio (il fluoro) hanno concluso che la prolungata esposizione alla molecola causerebbe tumori, indebolimento delle ossa, danno alla tiroide…e non sarebbe efficace contro la carie! D’altronde il fluoro è una molecola presente nei topicidi, nei psicofarmaci psichiatrici (Prozac e sonniferi vari) e nel gas nervino.  Non solo i microcristalli contenuti in alcuni dentifrici e in molti altri prodotti cosmetici (scrub, gel-doccia ecc.) per favorire una pulizia più profonda in realtà sono uno dei fattori di tossicità per l’ambiente e per l’uomo in crescita vertiginosa. Tali microcristalli sono in realtà micro-perle di plastica piccole meno di un millimetro che sfuggono a sistemi di filtraggio fognari , capaci di condurre tossine all’interno degli animali che li ingeriscono, quindi calcolando che nei solo U.S.A. ne vengono scaricati nei water e lavandini almeno 1,200 metri cubi ogni anno è facile dedurre che a breve i nostri mari saranno satolli di questa micro-plastica, che vista la loro capacità di assorbire tossine ne rilasciano in quantità minime nei fondi marini avvelenando il placton e di conseguenza lentamente avvelenando tutta la catena alimentare fino alla cima di questa catena: i pesci che noi mangiamo. Vi è mai capitato di trovare qualcosa di strano che scrocchia mentre mangiate una vongola? Se le avete levate bene dalla sabbia, beh avete appena masticato una micro perla di plastica. Centinaia di prodotti cosmetici presentano nella loro composizione le diciture  "PE", "PP" o "PMMA" ed indicano la presenza di micro perle: Johnson & Johnson, Procter & Gamble , Unilever, Clarins e L'Oréal sono ben consapevoli delle controindicazioni dell’utilizzo di queste plastiche ma attendono l’altolà dei governi mondiali, aspetta e spera. 
Plastiche all'intereno di un pesce

Poi esposti alla prima “bomba” chimica ci spostiamo in zona bagno ci spostiamo in cucina per ricaricare le nostre energie ed evitare più reattivi lo stress. Bene anche lì stesso discorso. Il cibo, a parte i recenti scandali delle terre del fuoco, gli OGM e le più vecchie notizie riguardo ai pesticidi usati nelle coltivazioni, oggi presenta ancora nuove problematiche: la tossicità dei packaging.
Il Food Packaging Forum Foundation di Zurigo è allarmato sul fatto molti composti chimici notoriamente tossici come la formaldeide (cancerogena) o come il bisfenolo A, tributilstagno, triclosan e ftalati (dannosi per il sistema endocrinologico) sono presenti appunto nelle plastiche che contengono i nostri cibi. Merendine, barrette dietetiche, cereali,  frutta pre-confezionata ecc sono tutte avvolte da plastiche “salva freschezza”, figuriamoci un po’. Gli scienziati hanno trovato che piccole quantità di questi elementi tossici  vengono assorbiti dal cibo  e in queste quantità non rappresenterebbero una minaccia  ma il problema che oggi molto poco è conosciuto sugli effetti a lungo termine ma studiosi del British Medical Journal affermano che anche piccole quantità possono avere effetti devastanti se assunti continuamente.
Dopo aver ingerito una buona dose di veleno mattutino ci vestiamo pronti a far colpo sul mondo ed in realtà e il mondo globalizzato a riempirci di colpi a noi.
Ricerche effetuate da  Greenpeace hanno rivelato come le industrie tessili cinesi rilascino scarichi nell’ambiente potenzialmente tossici per produrre i vestiti che indossiamo. Queste sostanze (gli alchilfenoli e i composti per fluorurati, il fluoro) avvelenano le acque e, in minor misura, finiscono in molti degli indumenti in commercio che a contatto con la pelle altererebbero il sistema ormonale. Giganti dell’abbigliamento come Nike, Adidas, Calvin Klein, Tommy Hilfiger, Victoria's Secret e Zara si riforniscono di tessuti prodotti con l’utilizzo di tali sostanze, avvelenandoci consapevolmente tant’è che Zara ha promesso a breve di ripulire la propria filiera produttiva da veleni. Ad oggi nulla è avvenuto sono solo moltiplicati i loro fatturati.

E così via la nostra giornata scorre. Pranziamo con insalate in plastica, acqua in bottiglie di plastica, rinfreschiamo il nostro alito con chewing-gum ricchi in fluoro, facciamo shopping d’importazione a prezzi vantaggiosi. Subiamo l’ambiente lamentandoci che oggi tutto fa male, che l’aria puzza, che i mari sono sporchi, comprando costosissimi cibi bio senza soffermarci un attimo a riflettere che siamo proprio noi i colpevoli di tutto ciò col nostro essere indifferenti a questa dolce schiavitù che lentamente ci ammala. Basterebbe un po’ di consapevolezza, un minimo di attenzione alle etichette, alla lettura delle composizioni e rifiutarci di subire le scelte di scellerate multinazionali e governi consensuali. Fermiamoci, alziamo la testa china dal tran tran, proviamo a scegliere, a decidere noi cosa mangiare, con cosa lavarci e di lasciar decidere la fato la nostra morte non ai colossi farmaceutici. 

Commenti

Post popolari in questo blog

IL LEONE ROSSO. Il senso della vita in un romanzo straordinario.

di S.C. Il Leone Rosso di Maria Szepes è uno di quei romanzi la cui magia si percepisce solo tenendolo in mano e gli eventi che lo hanno fatto giungere fino a noi lo rendono ancora più magico. Maria Szepes, artista figlia d’artisti, lo scrisse in un rifugio di guerra durante l’ultimo conflitto mondiale e fu pubblicato nel 1946 in Ungheria diventando immediatamente un grande successo, forse troppo visto chi il regime comunista di Rakosi lo mise al bando ordinando la distruzione. Fortunatamente il bibliotecario Béla Hamvas , altro personaggio circondato da un alone di magia, ne salvò quattro copie ed in barba ai divieti ottusi insieme a qualche volenteroso continuò a stamparlo e a distribuirlo “underground” fino a che 40 anni più tardi arrivò sempre in maniera misteriosa e magica sulla scrivania di un editore in Germania il quale lo stampò senza esitazioni facendolo diventare un libro di culto in tutto il mondo. E’ la storia raccontata in maniera erudita ed empatica di Hans Br

SCOPERTO UN DIPINTO NASCOSTO SOTTO LA STANZA BLU DI PICASSO

La stanza blu di Picasso del 1901 è il dipinto che i critici definiscono come quello della svolta dell’artista, da lì in poi Picasso sarebbe diventato Picasso. Un quadro denso di significati, una sintesi dei percorsi e degli interessi dell’artista: il soggetto è una donna nuda ispirata a Degas, appeso al muro un poster di Toulouse-Lautrec  e un quadro col mare di Barcellona,  mentre la stanza sembra quella di Van Gogh. Un opera emblematica che ha sempre destato curiosità sulle motivazioni che hanno spinto Picasso ad un cambiamento radicale nella sua pittura dando inizio a quello conosciuto come Periodo Blu, curiosità che da sempre ha motivato gli esperti a studiarla nei minimi dettagli. Pensate un po’ che sorpresa quando un team di ricercatori della Phillips Collection, della National Gallery of Art inglese, della Cornell University e del Museo Winterthur del Delaware hanno scoperto ai raggi-x una misteriosa figura sotto la crosta del dipinto, un ritratto di un uomo non identif

I GIOCATTOLI ANNI 70 E 80 SONO VELENOSI PER I NOSTRI BAMBINI

di S.C. Le "vecchie" Barbie fra gli indiziati La crisi decennale ha mutato e sta mutando i nostri costumi e sempre più spesso ci ritroviamo a dover unire l’utile al dilettevole. Riciclare i giocattoli della nostra infanzia per donarli ai nostri figli o nipotini non è solo un gesto romantico per tramandare i nostri sogni anzi sempre più spesso è la conseguenza delle ristrettezze in cui i tempi (e i politici) ci hanno relegato. Da ciò il nascere on-line di un robusto mercato  dove comprare e vendere  giocattoli pre-anni ’90 che ha ovviamente messo subito in allarme l’industria giocattoliera che ha prontamente sguinzagliato i propri spin-doctor affinché i genitori si “sensibilizzassero” sul fatto che trastullarsi con vecchi  balocchi è dannoso per i figli. Infatti i ricercatori del  National Enviromental Health Association (www.neha.org)utilizzando sofisticati metodi di analisi per rintracciare metalli pesanti,  hanno riscontrato che  i giocattoli vintage (anni ’7