Quando si legge un libro in realtà
oltre alla storia narrata fra le pagine vi è un’altra narrazione che giace
nascosta in penombra: è la storia del libro stesso, di come esso è nato dalla
mente dell’autore e di quali suggestioni ne hanno avvolto il pensiero.
Usando termini cinematografici sarebbe come la storia del backstage ovvero di ciò che vi è oltre, tutt’intorno all’inquadratura.
Chissà quali tormenti hanno vissuto Jane Austin o Oscar Wilde mentre scrivevano i loro più drammatici romanzi e chissà quali furono le vere vicende che ispirarono le novelle di Dickens.
Ecco allora che la British Library ha lanciato un nuovo sito web http://www.bl.uk/romantics-and-victorians, pubblicando oltre 8000 pagine di opere originali inglesi romantiche e vittoriane che
per rendere al meglio una nuova dimensione, quella tecnologica, nell’approccio di classici narrativi la British Library ha reso disponibile del materiale unico che esplora e racconta la vita di oltre venti autori.
Un incredibile varietà di archivi cronologicamente contestuali all’opera di stesura, quindi giornali dell’epoca, fotografie, pubblicità, che hanno certamente influenzato la creatività degli scrittori dell’epoca come ad esempio un dizionario del 1809 dello slang criminale riportante molte delle parole usate da Dickens nei suo racconti.
Inoltre si possono trovare sul sito versioni digitalizzate di scritti appartenuti agli autori stessi come il Taccuino di William Blake, alcuni lavori d’infanzia delle sorelle Bronte, le prefazioni manoscritte di Charles Dickens, le lettere dei familiari di Jane Austin dove essi esprimevano all’autrice stessa le loro opinioni sui suoi romanzi.
L’idea del ministro dell’educazione britannico Elizabeth Truss è quella di ridare nuova linfa vitale ai grandi capolavori letterari inglesi, patrimonio dell’umanità tutta, attraverso la tecnologia e permettere agli studenti di oggi di identificarsi con storie classiche ma che hanno risvolti attualissimi.
Obiettivo della British Library è quello di continuare la pubblicazione on-line e coprire l’intera storia della letteratura inglese, da Beowulf ai giorni nostri cercando di far capire agli studenti che telefonini ed i-pad sono strumenti anche di apprendimento e non solo di dissociazione.
Usando termini cinematografici sarebbe come la storia del backstage ovvero di ciò che vi è oltre, tutt’intorno all’inquadratura.
Chissà quali tormenti hanno vissuto Jane Austin o Oscar Wilde mentre scrivevano i loro più drammatici romanzi e chissà quali furono le vere vicende che ispirarono le novelle di Dickens.
Ecco allora che la British Library ha lanciato un nuovo sito web http://www.bl.uk/romantics-and-victorians, pubblicando oltre 8000 pagine di opere originali inglesi romantiche e vittoriane che
per rendere al meglio una nuova dimensione, quella tecnologica, nell’approccio di classici narrativi la British Library ha reso disponibile del materiale unico che esplora e racconta la vita di oltre venti autori.
Un incredibile varietà di archivi cronologicamente contestuali all’opera di stesura, quindi giornali dell’epoca, fotografie, pubblicità, che hanno certamente influenzato la creatività degli scrittori dell’epoca come ad esempio un dizionario del 1809 dello slang criminale riportante molte delle parole usate da Dickens nei suo racconti.
Inoltre si possono trovare sul sito versioni digitalizzate di scritti appartenuti agli autori stessi come il Taccuino di William Blake, alcuni lavori d’infanzia delle sorelle Bronte, le prefazioni manoscritte di Charles Dickens, le lettere dei familiari di Jane Austin dove essi esprimevano all’autrice stessa le loro opinioni sui suoi romanzi.
L’idea del ministro dell’educazione britannico Elizabeth Truss è quella di ridare nuova linfa vitale ai grandi capolavori letterari inglesi, patrimonio dell’umanità tutta, attraverso la tecnologia e permettere agli studenti di oggi di identificarsi con storie classiche ma che hanno risvolti attualissimi.
Obiettivo della British Library è quello di continuare la pubblicazione on-line e coprire l’intera storia della letteratura inglese, da Beowulf ai giorni nostri cercando di far capire agli studenti che telefonini ed i-pad sono strumenti anche di apprendimento e non solo di dissociazione.
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