Ottant’anni fa l’astronomo
svizzero Fritz Swicky osservando l’agglomerato
di galassie denominato Coma e calcolandone la massa gravitazionale ottenne un
risultato incongruo con quanto atteso ovvero la massa era 400 volte più grande
di quanto attendibile rispetto alla luminosità. Ciò fece teorizzare allo scienziato
l’esistenza di una Materia Oscura, sconosciuta.
Oggi raffinando e continuando gli studi iniziati da Swicky, la Scienza afferma
che la materia nell’Universo a noi nota (stelle, pianeti, gas intergalattici, buchi
neri et cetera) è solo il 5% di quella esistente, il resto è ignoto. Ovviamente
per l’orgoglio dei professori del globo tutto ciò è frustrante ma nel contempo
eccitante, tanto da spingerli a fare esperimenti sempre più azzardati e
affascinanti.
E’ il caso di LUX (Large Underground Xenon experiment) che dal’estate del 2013
si svolge all’interno di un ex miniera d’oro nel South Dakota.
Innanzitutto vale la pena soffermarsi su cosa effettivamente gli scienziati stiano
cercando, che cosa essi teorizzano sia la materia oscura. La maggioranza dei
ricercatori pensa ad essa come una nuova particella elementare con una massa
significativa che interagisca con la materia ordinaria attraverso la forza di
gravità e attraverso l’interazione nucleare debole,una delle quattro
interazioni fondamentali della natura: interazione gravitazionale, iterazione
elettromagnetica, interazione nucleare forte e quella per l’appunto debole, e poiché
quest’ultima ha un raggio di interazione ridottissimo, più piccolo di un
neutrone o di un protone, risulta
difficilissimo da rilevare ma non statisticamente impossibile.
L’esperimento LUX assume che in un ambiente il più possibile schermato da interferenze
radioattive si possa statisticamente incappare in una di queste teorizzate
particelle di materia oscura, e quale miglior rifugio in cui porre un
rilevatore se non all’interno della Terra stessa?
All’interno delle miniere abbandonate di Black Hills 1.500 metri sotto la
crosta terrestre, protetto naturalmente dalla maggior parte dei raggi cosmici,
circondato da 300.000 litri di acqua pura (il miglior isolante del mondo) è
stato inserito un rilevatore super-sensibile contenente 300 kilogrammi di gas
Xenon liquido alla temperatura di -100° celsius. L’idea di base è che lo Xenon
è facilmente eccitabile da variazioni elettriche producendo luce azzurra ed d’energia
e quindi in condizioni di quasi totale assenza radioattiva di disturbo, eventuali
eccitazioni energetiche del gas rileverebbero “urti” con particelle di materia
oscura.
I primi risultati divulgati alla
fine dei primi 3 mesi di esperimenti hanno fornito i migliori risultati al
livello mondiale permettendo di escludere alcune particelle fra le candidate ad
essere quelle formanti materia oscura, come a dire “non so chi sei, ma di certo
so chi non sei”.
Per chi volesse avere informazioni riguardo i progressi di LUX sta collegarsi
con il sul sito ufficiale http://luxdarkmatter.org.
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