IL PRIMO DECENNIO DI FACEBOOK OVVERO 10 ANNI DI SOLITUDINE CONNESSA.

di S.C.


Il 4 febbraio 2004 nasceva Facebook rivoluzionando il modo di vivere in tutto il globo.
Sono nati i “mi piace”, i “tag”, il popolo è diventato “social”, gli ex-amici hanno smesso di essere “ex” e sono diventati nuovi “contatti” o meglio “amici di Facebook” che significa qualcosa di diverso che essere veri amici, può voler dire di aver condiviso cose in passato, magari la scuola elementare e poi ci si è persi com’è era normale perdersi di vista fino a quel febbraio di 10 anni fa.
L’entusiasmo che l’illusione di riabbracciare vecchie conoscenze ha portato nell’esistenze degli utenti del capostipite dei social-network ha spinto Facebook ad avere in meno di un anno circa un milione di contatti.
il mondo di internet ha imparato velocemente a “richiedere l’amicizia” a compagni d’infanzia, flirt adolescenziali, ex fidanzati o semplicemente ad “amici di amici” la cui foto poteva aver stimolato curiosità.
C’era d’aspettarsi dopo una prima infatuazione col mezzo che magari gli utenti  perdessero interesse rendendosi conto che se non si vedeva una persona da 20 anni forse un motivo c’era…e invece no: la crescita della popolazione di Facebook è cresciuta in modo esponenziale, come un battere nocivo, e ad oggi la “f” del logo della rete sociale è sul desktop di 1 miliardo e 26 milioni di abitanti (dati al 31 dicembre 2013), praticamente la totalità di chi possiede un PC o uno smartphone, con una media di utenti giornalieri di circa 600 milioni.
Effettivamente si può parlare di una rivoluzione Facebook anche se ciò ha apportato una chiara involuzione nei rapporti umani. Il cambiamento è riscontrabile nei fatti: 350 milioni di foto postate quotidianamente, 2 milioni di update sullo stato dell’utente ogni due minuti, 30.6 milioni di commenti ai post ogni ora, il 90% dei possessori di smartphone usa Facebook, gli utenti di età over 65 è aumentata del 40 nell’ultimo anno ed il 70% degli adolescenti ha come amico di Facebook i propri genitori.
Dati netti che ci dicono che il mondo si sente solo e vuole condividere emozioni e notizie ma il paradosso Facebook fa in modo che sentendosi meno soli mentre si posta, si chatta e si tagga in realtà ci si isola sempre più dal mondo reale: basta entrare all’ora di pranzo in una caffetteria del centro e vedere quanti sono col telefonino in mano e capire che non si interagisce più se non attraverso il micro-processore. D’altronde Einstein l’ aveva profetizzato “quando la tecnologia surclasserà l’umanità quello sarà un mondo popolato da idioti”.
C’è chi ha ben decifrato le nuove esigenze virtuali e le ha tradotte in dollari, dando con una mano svago, riabilitazione sociale e apparente illimitata libertà a chi usa Facebook mentre con l’altra s’impadronisce di dati sensibili, infatti ogni foto e informazione postata diventa proprietà della Facebook,Inc.
Vana o superflua è risultata ogni protesta da parte degli utenti i quali posti di fronte al fatto “prendere o lasciare” hanno preso.
L’utente quindi è stato negli anni declassato a consumatore più o meno consapevole, la cui privacy è si è trasformata in “pubblic”, la privacy pubblica.
In soldoni l’invenzione di Mark Zuckerberg vale oggi 80 miliardi di dollari.
La vera rivoluzione di Facebook è stata forse nell’aver permesso a qualsiasi tipo di business di avere una vetrina globale dando la possibilità di incrementare gli introiti in maniere impossibili fino a poco tempo fa e dando una capacità d’acquisto illimitato al quasi miliardo e mezzo di utenti/consumatori.
Che farne quindi di questo decennio?
E’ stato solo un successo di mercato a discapito dei valori umani?
Una cosa è sicura da quando c’è Facebook siamo tutti connessi ma siamo tutti meno uniti.


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