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PACKAGING: SIAMO IMBALLATI DI RIFIUTI

di S. C.


Fare la raccolta differenziata dei rifiuti, nonostante mi faccia sentire a posto con la coscienza, ultimamente mi pesa un po’.
Riciclare aiuta a capire quanto effettivamente il nostro impatto sull’ambiente sia grave. In giardino ho tre diversi secchi, quello giallo per l’indifferenziata, quello verde per la plastica e vetro, quello bianco per la carta.
Quello giallo mi sta rendendo la vita un po’ difficile, si riempie con estrema fretta costringendomi a volte a pesanti “viaggi” verso i cassonetti anche due volte al giorno e impegnandomi in una estenuante e complicata impresa ovvero quella di far passare le bustone nere dell’immondizia  in piccoli appositi fori  secondo me inventati da qualche genio criminale che vuole scoraggiare la gente a riciclare.
Anche il riciclo della carta mi da qualche problemino per così dire, sembra quasi che un kilo di carta pesa più di un kilo di plastica…
Tutto ciò stimola il mio ozio a escogitare nuovi stratagemmi per faticare sempre meno e gratifica il mio super-io ecologico facendomi sentire  sempre meno in colpa di essere un umano.
Infatti ogni volta che torno  al super mercato constato la statistica che ogni tre buste che faccio di spesa  una poi la riempio di plastiche, involucri, cartoni tolti ai prodotti appena comprati e penso che ciò non ha senso, non è affatto intelligente.
Primo perché quegli involucri, chiamati più genericamente packaging, sono responsabili della determinazione del prezzo del prodotto con incidenza fino al 70% del totale (250 grammi di yoghurt costano meno dei due barattoli di plastica stampati che lo contengono, della linguetta di alluminio che li chiude coperti a loro volta da due coperchi di plastica, il tutto contenuto in una confezione di cartone…)
Secondo perché gran parte del packaging è inutile, considerato l’esempio appena fatto.
Terzo perché il 30% dei nostri rifiuti è causato da packaging scartato. Quarto perché la produzione stessa del packaging è inquinante, si pensi che per fare  un flaconcino di plastica da 60 grammi bisogna consumare tanta energia quanta ne consumerebbero più di 20 lampadine da 100 watt accese insieme,  sprecare circa due vasche d’acqua emettendo inoltre anidride carbonica pari a quella che un’autovettura produce per fare 1000 metri.
Per chi non ne più come me di avere casa invasa da rifiuti inutili di passaggio c’è la possibilità di fare acquisti senza packaging, sfusi. A volte le scelte di buon senso sono le più radicali…
Si stanno diffondendo in tutta Europa, e una volta tanto anche l’Italia è al passo coi tempi, negozi che vendono prodotti senza imballo, dalla pasta alle caramelle, dai detersivi al vino. Basta portare i propri contenitori da riempire oppure comprarne appositi da riutilizzare direttamente li.
C’è chi vende latte crudo alla spina, chi cereali e pasta a etti, chi ha tutto come un classico supermercato ma semplicemente sfuso. Internet offre una vasta selezione di luoghi dove fare spesa intelligente.
Impariamo a fare a meno del troppo che sporca, ne guadagneremo in tempo libero e salute e ne gioverà sia il nostro pianeta che il nostro portafogli.


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