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in volo. per sempre.

in volo. per sempre.

di
S. C.

Brìd aveva i capelli rossi e un cuore molto grande. lei aveva l’anima di un cigno e come un uccello aveva bisogno di volare continuamente .il suo volo era una ricerca d’amore: ne trovava un po’ e ne dava tanto. a molti.delicata, magnifica, si levava al di sopra di tutto e tutti e guardava giù, cercando le prede migliori, scovandole nascoste. la sua danza area era estenuante e fare l’amore era l’unico momento in cui Brìd poteva riposarsi, talvolta in un letto, talvolta in bagno di una vineria, qualche altra volta in un automobile o in piedi, di spalle, di lato. lo gridava quell’amore, melodicamente come un usignolo, stridentemente come un aquila, soavemente come un cigno.mai Brìd s’era fermata troppo a lungo, la sua esigenza al volo era vitale; era ció che le permetteva di andare in alto e planare di nuovo, per poggiarsi triste sulla spalla di un amore. si, triste. in fatti il riposo che dava alla sua anima alata era necessario, indispensabile, ma appena chiudeva glio occhi fra le braccia di un uomo, occasionalmente di una donna, il volo la richiamava. le mancava. lei lo voleva. ogni volta che Brìd strillava il suo amore una lacrima triste si fermava sulle sue labbra ricordandole che lei non apparteneva a nessuno ma solo al cielo che la faceva fluttuare.c’erano poi i cacciatori all’infinito inseguimento di esemplari belli e Brìd era bellissima: aveva i capelli rossi e un cuore molto grande. nel suo planare, virare e cantare era sempre stata attenta ai fucili dei bracconieri ma le accade una volta, durante una delle sue soste d’imbattersi in uno assai esperto che la colpì dritta nell’anima, con un proiettile che le infuocò il cervello, che la imbalsamo all’istante, che non le fece più provare tristezza asciugandogli tutte le lacrime.“ti amo” le disse il cacciatore “sposami”. Bríd rise, annuendo. sentiva forse il bisogno di una dimora, di un nido, per non dover piu scappare alla malinconia o da indomiti proiettili. adesso era lui a sollevarla, tenendola ben salda fra le sue mani.              
“ti amo” le diceva “sarai sempre il mio cigno. sempre...”              e lei rideva ed annuiva.              
lui la portò ad abitare in attico di uno dei palazzi più alti della città, ad un passo dal cielo. un passo dei loro piedi ormai ben fermi a terra.
t
i amo ma giurami che non ti avvicinerai mai alla finestra, che non aprirai mai le tende. giuramelo.” disse l’uomo gentile come un amante, feroce come un cacciatore.              
Brìd  annuì e continuò a ridere attraverso le stagioni. nel suo nido continuò a cantare la sua passione come mai fece prima, fu dimentica di  tutto ciò che c’era al di fuori, immemore di sé stessa ormai persa nell’Amore.              
una notte avvolta come al solito dalle braccia del cacciatore la donna dall’animo del cigno non riusciva a dormire , per la prima volta sentì che le forti braccia dell’uomo non la proteggevano piú. la soffocavano. la trattenevano. si alzò dunque dal letto disperata diretta verso la finestra, in cerca di fresche risposte. scostò le tende col cuore in gola ed cominciò a ricordare. poi aprì i vetri e s’affaccio sul suo passato, così lontano ma così prossimo, ma non vide nessun futuro. le lacrime tornarono sul suo viso stavolta violente, che crudelmente le fecero notare di nuovo il cielo. si voltò a guardare il suo nido e capì . con grazia ritrovata si tuffò nel blu di quella notte, senza aprire le ali stavolta. era tornata a volare, per l’ultima volta.Brìd era in volo. per sempre.

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