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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

A EURIDICE

di S.C. È da un po’ che non ti dico             quanto ti amo È ‘ché il tempo assorbe tutta l’umidità             dei ricordi e a noi non rimane che un deserto odierno. È da un po’ che non ti dico             quanto ti voglio È ‘ché lo spazio comprime tutto il vacuo degli oggi e a noi non rimane che il cielo vuoto. Ma io sempre vivide le immagini conservo di un Ade fatto apposta per me e della mia discesa a braccetto con le Chere per te. e tu ricordi ancora il suono della lira del tuo insicuro Orfeo? J.B.C. Corot, Orpheo e Euridice

IL TAPPO

di S.C. Frank soffriva di stitichezza. Era una settimana che non la faceva, e per qualche strano scherzo della vita era anche una settimana che non scriveva: aveva quello che gli altri chiamavano il blocco dello scrittore, ma per lui era solo un periodo del cazzo. Era come se avesse un tappo, anzi due, uno nell’intestino e uno nel cervello, nella creatività. Era uno scrittore, forse più un poeta, con quella dose di dolore che lo poneva al di sopra degli altri, con quel poco di consapevolezza che lo aiutava a tirare avanti e a non premere il grilletto contro le tempie. Erano quasi le undici del mattino, lo confessava la sveglia sul comodino, e Frank continuava a giacere nel letto avvolto nelle sue lenzuola di depressione. Si mise a pancia all’aria  interrogandosi sul perché di quell’atroce emicrania poi posò lo sguardo sulla sua macchina da scrivere e vide tre bottiglie di vino vuote, anzi scolate, nascoste fra due o tre dozzine di mozziconi di sigarette e capì il motivo del mal di

FERMARE IL TEMPO

di S.C. Vorrei che l’inverno sopraggiunga all’improvviso cosicché chiudendo la finestra io rimanga all’interno con te ascoltando Vivaldi bevendo Bolgheri facendo finta che il mondo non stia per finire mentre le castagne si bruciano interrotte solo dal piccolo pianto della stanza accanto Come un quadro d’altri tempi immobili rappresentare il momento per fermare il tempo almeno nelle nostre percezioni: un olio di Wermeer una foto in bianco e nero coi colletti inamidati così talmente attuale da sembrare vecchia. Te al mio fianco, lei in braccio a me. Wermer, Il bicchiere di vino

13 OTTOBRE 1492 COLOMBO SCOPRE LE AMERICHE

di S. C. La storia ufficiale vuole che a scoprire il continente americano fu il navigatore genovese Cristoforo Colombo che salpando da Palos il 6 settembre di 521 anni fa, convinto di raggiungere le Indie, si ritrovò invece ad approdare sull’isola di San Salvador nelle Bahamas il 13 ottobre 1492, giorno che sempre secondo la storiografia ufficiale sancì la fine del Medioevo. Alcuni elementi della vicenda hanno del misterioso e porterebbero a pensare che il nuovo mondo fosse già stato visitato secoli prima e che lo stesso Colombo già mise piede sul continente americano prima della spedizione ufficiale. Cominciamo col dire che alcune leggende vogliono fossero stati i vichinghi i primi a mettere piede in Nord America e recenti ritrovamenti archeologici sule coste di Terranova lo confermerebbero inconfutabilmente. Ci sono poi mappe “scomode” per l’establishment: la mappa di Vinland che secondo l’analisi del radiocarbonio  testimonierebbe che la scoperta avvenne 60 anni prima